Azione dell’ozono sui virus. Ma per i virus, argomento di grandissima attualità, come funziona?
Nei precedenti articoli abbiamo parlato del meccanismo ossidativo dell’ozono e della sua azione sui batteri.
Prima di parlare di questo dobbiamo capire com’è fatto un virus. A differenza di una cellula batterica, un virus non è una cellula e non possiede la capacità di vivere autonomamente. Il virus infatti è un parassita delle cellule eucariotiche, sia animali che vegetali, ed è costituito da proteine e acidi nucleici (DNA o RNA).
Questo significa che il virus da solo non è in grado di riprodursi e per farlo necessita di invadere una cellula ospite e sfruttare il suo apparato di replicazione. Per entrare all’interno delle cellule il virus possiede alcune proteine particolari, che si trovano sulla sua superficie e che interagiscono con la cellula ospite. Il legame tra le strutture proteiche della superficie virale e le strutture proteiche della superficie cellulare determina l’ingresso del virus all’interno delle cellule.
Una volta chiarito questo possiamo comprendere come l’ozono agisce sui virus. Quando parliamo di virus infatti diciamo che l’ozono è in grado di “inattivarli”. L’ozono si è dimostrato in grado di distruggere le strutture virali che servono al virus per penetrare all’interno della cellula ospite. Distruggendo queste strutture viene meno la capacità del virus di invadere le cellule e di fatto il virus perde la sua patogenicità e viene inattivato.
L’ozono è usato per l’inattivazione virale da tantissimo tempo. Si pensi che già nel 1982 l’American Society of Microbiology pubblicò sulla rivista “Applied and Environmental Microbiology”, un articolo intitolato “Ozone inactivation of cell-associated viruses”.
In questo articolo fu mostrato come due tipologie di virus comunemente associati a patologie nell’uomo, il coxsackievirus e il poliovirus, venivano inattivati completamente se sottoposti a ozonizzazione continua per un periodo di 2 – 5 minuti. Un altro articolo più recente, del 2008, pubblicato su “Journal of environmental health”, ha osservato come la sopravvivenza dei virus sulle superfici diminuiva esponenzialmente con l’aumentare della dose di ozono. Lo studio ha mostrato che per una inattivazione del 90-99% bastavano dai 20 ai 40 minuti.
Studi su colture hanno poi mostrato come una sanificazione con ozono di circa 20 minuti provoca una caduta delle curve di inattivazione molto rapida, fino al 99%, mentre se la sanificazione con ozono viene eseguita per un tempo maggiore si ha la totale inattivazione anche dell’1% rimanente.
Su queste basi possiamo quindi affermare che l’ozono è un valido rimedio per sanificare gli ambienti, attraverso un trattamento che abbia una durata minima di 20 minuti.
Dott.ssa Margherita Mazzola
Consulente Scientifico
Lascia un commento