L’idratazione negli anziani è una questione complessa in quanto questi soggetti sono fisiologicamente predisposti alla disidratazione e questo può essere molto rischioso per la loro salute specialmente nelle stagioni estreme quali inverno ed estate, dove le basse e le alte temperature aumentano i rischi di disidratazione.
Le motivazioni per cui un anziano è considerato una categoria a rischio per la disidratazione sono diverse:
- In primis gli anziani avvertono meno il senso di sete a causa del fisiologico decadimento del meccanismo della sete. In particolare uno studio compiuto da ricercatori dell’Università di Melbourne ha messo in evidenza come ai soggetti anziani basta un minimo quantitativo di acqua per placare lo stimolo della sete cosa che invece non avviene negli adulti e nei giovani. Questo sarebbe legato ad una riduzione del segnale che lo stomaco invia al cervello quando riceve l’acqua in risposta al senso di sete, riduzione presumibilmente legata al deterioramento della muscolatura gastrica legato all’età.
- Presentano fisiologicamente una minore quantità di acqua corporea (65 – 70% in età adulta contro 40 – 55% circa in età avanzata), soprattutto a causa della riduzione della massa muscolare ed all’aumento della massa grassa, la quale è in grado di immagazzinare solo dal 10 al 40% di acqua, rispetto al 70% del muscolo scheletrico.
- Hanno una fisiologica diminuzione della ritenzione di acqua a livello renale (i reni cioè non riescono a trattenere l’acqua come dovrebbero). Questo sarebbe legato ad una diminuzione nella secrezione dell’ormone vasopressina, responsabile del riassorbimento dell’acqua a livello renale.
- Hanno spesso delle patologie che aumentano lo stato di disidratazione quali il diabete o l’incontinenza urinaria.
- Assumono dei farmaci che aumentano lo stato di disidratazione quali i diuretici per il trattamento di patologie cardiache o dell’ipertensione e i lassativi per il trattamento della stipsi.
Appare quindi evidente come sia fondamentale istituire una strategia di idratazione programmata per gli anziani al fine di evitare le spiacevoli conseguenze della disidratazione che vanno dal semplice mal di testa fino al colpo di calore ed alla perdita di coscienza. Come impostare una corretta strategia di idratazione in un anziano? Si consiglia di:
- Far bere l’anziano poco e spesso, magari riempiendo per lui (talvolta gli anziani hanno difficoltà motorie e anche il semplice gesto di versare l’acqua diventa un problema) almeno 8 – 10 bicchieri d’acqua da circa 150 – 200 ml l’uno e puntando una sveglia ogni 15 – 20 minuti circa per ricordare di bere. Sarebbe opportuno che il soggetto assuma un quantitativo minimo di acqua di 1,5 – 2 litri al giorno.
- Se il soggetto è riluttante a bere acqua semplice è possibile far bere acqua aromatizzata oppure infusi dal gusto piacevole senza aggiunta di zuccheri.
- Incrementare il consumo di frutta e di verdura.
Oltre a questo è bene cercare di ridurre il più possibile comportamenti che aumentano lo stato di disidratazione come ad esempio:
- Uscire nelle ore più calde o più fredde della giornata. Sarebbe bene evitare di uscire tra le 10:30 e le 17:30 in estate, e, al contrario, tra le 8 e le 10:30 e dopo le 17 in inverno.
- Evitare il consumo di alcolici o di bevande zuccherate.
- Tenere sempre una temperatura costante in casa mediante regolazione di riscaldamento o di aria condizionata.
Dott.ssa Margherita Mazzola
Biologa
FONTI
Miller HJ. Dehydration in the Older Adult. J Gerontol Nurs. 2015 Sep 1;41(9):8-13.
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