Nel precedente articolo abbiamo parlato di alcune sostanzi potenzialmente presenti nell’acqua in bottiglia. In realtà nelle acque in bottiglia di plastica possiamo trovare anche altre sostanze. Facciamo un passo indietro. Il decreto legislativo del 4 agosto 1999, n. 339 stabilisce che:
“un’acqua minerale naturale deve presentare “caratteristiche igieniche particolari ed, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”.
Tale precisazione deriva dal fatto che le acque minerali, per legge, sono considerate acque pure, imbottigliate direttamente alla sorgente, che non subiscono quindi i trattamenti che invece subisce l’acqua potabile che arriva nelle nostre case (trattamenti di cui parleremo in modo specifico nel prossimo articolo). In realtà le acque in bottiglia, prima di essere messe in commercio, vengono sottoposte ad analisi chimiche rigorose.
La norma che disciplina le acque minerali naturali è il decreto del Ministero della sanità datato 31 maggio 2001 e pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 147 del 27 giugno 2001.
Tale normativa è molto diversa da quella che disciplina le acque potabili. Un esempio? Nelle acque minerali sono ammesse concentrazioni di alcuni ioni (quali cloruro, manganese, ferro e così via) molto più elevate rispetto a quelle di un’acqua potabile. Gli stessi elementi presenti alle stesse concentrazioni nell’acqua potabile ne compromettono la potabilità. Se andiamo a leggere il testo ufficiale del decreto (riportato come link cliccabile alla voce “bibliografia”) troviamo i seguenti parametri relativamente alle acque minerali in bottiglia:
- arsenico: 0,05 mg/l, calcolato come As totale;
- bario: 1 mg/l;
- borati: 5 mg/l, ;
- cadmio: 0,003 mg/l;
- cromo: 0,05 mg/l;
- mercurio: 0,001 mg/l;
- manganese: 2 mg/l;
- nitrati: 45 mg/l;
- nitriti 0,02 mg/l;
- piombo: 0,01 mg/l;
- rame: 1 mg/l;
Letti così questi parametri possono sembrare molto bassi. Ma facciamo un piccolo calcolo. Una bottiglia di acqua minerale è comunemente di 2 L. Questo significa che in 2 litri di acqua possiamo trovare 90 mg di nitrati, 0,1 mg di arsenico, 10 mg di borati, e così via. Ricordiamo che la concentrazione ritenuta non dannosa di nitrati è di circa 50 mg/L e che questo rappresenta il limite fissato per le acque potabili di rubinetto.
C’è anche un altro problema. Secondo la legge nelle etichette delle acque minerali in bottiglia vanno riportati obbligatoriamente le seguenti diciture:
- Va riportata la dicitura “acqua minerale naturale”.
- Nome dell’acqua e località di utilizzo.
- Presenza o assenza di anidride carbonica, differenziando quella aggiunta da quella presente naturalmente alla sorgente (la famosa dicitura “effervescente naturale”.
- Le analisi chimiche e fisico-chimiche che sono state eseguite, comprese la data di esecuzione ed il laboratorio di esecuzione.
- Il volume del recipiente (che non può superare i due litri).
- Il termine minimo di conservazione.
- La dicitura di identificazione del lotto di produzione.
Possiamo notare che da nessuna parte è indicata la concentrazione di nitrati, di arsenico o di altre sostanze. Questo significa che non è obbligatorio riportare in etichetta i valori di queste sostanze. Questo ci fa capire che quando scegliamo di acquistare un’acqua in bottiglia possiamo essere sicuri solo di ciò che viene riportato in etichetta.
Dott.ssa Margherita Mazzola
Biologa
Bibliografia
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/06/27/001A6757/sg
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